È grazie all’uomo di Similaun che oggi abbiamo un campione del sangue umano più antico che si conosca.

 

Gli scienziati hanno infatti stabilito definitivamente che sulle ferite di Iceman sono presenti globuli rossi fossili, anche se si credeva che data l’età del reperto (circa 5000 anni) non si potessero trovare prove dirette di sangue. E invece grazie  a una tecnica d’avanguardia i globuli rossi si sono persino potuti visualizzare.

 

La tecnica consiste nel muovere una punta di metallo (del diametro di pochi atomi) sopra il reperto. L’accurato monitoraggio dei movimenti della punta ha restituito un’immagine tridimensionale degli eritrociti di Iceman (che ricordiamo è stato probabilmente ucciso con un colpo di freccia alle spalle, e potrebbe essere morto dissanguato). Marek Janko e Robert Stark, dell’Università Ludwig-Maximilians di Monaco, e Albert Zink, dell’Istituto per le mummie e l’Iceman di Bolzano hanno pubblicato i risultati su Interface (una rivista della Royal Society, l’articolo è disponibile in open-access qui).

 

Fonte: http://oggiscienza.wordpress.com/2012/05/02/otzi-le-tracce-di-sangue-piu-antico/