Nel 2007 il governo degli Emirati Arabi Uniti e la Foster&Partners annunciò l’intenzione di realizzare la prima città al mondo ad emissioni zero. Già il luogo scelto fece scalpore in quanto la città super efficiente sorgerà a una trentina di km da Abu-Dhabi, nota metropoli fatta di grattacieli enormi e famosa soprattutto per i suoi interessi petroliferi. La città super efficiente si chiamerà Masdar City, che in arabo significa città sorgente.

Sarà un quadrato perfetto rialzato su una piattaforma nel deserto arabo, è costruita secondo i rigidi parametri dell’ecosostenibilità e per il 90% è alimentata da pannelli fotovoltaici. Anni fa si era dunque scettici su questa città e soprattutto sul luogo prescelto ma quando la settimana scorsa le porte del Masdar Institute of Science and Technology si sono aperte e i primi team di ricerca vi si sono insediati, è diventato chiaro a tutti che Masdar City non era più fantascienza ma una vera affascinante realtà.

Sviluppato in collaborazione con il Massachusetts Institute of Technology (MIT), il Masdar Institute of Science and Technology (MIST) emula gli elevati standard del famoso istituto statunitense e offre master e dottorati ad livello oltre a corsi di laurea concentrata sulla scienza e l’ingegneria di tecnologie avanzate per l’energia e tecnologie sostenibili. Il MIT sta lavorando con Masdar per stabilire un sistema sanitario sostenibile, un campus accademico ed un istituto di ricerca scientifica all’avanguardia. Il MIST mira a diventare un centro di ricerca di alto calibro per le energie rinnovabili e la sostenibilità, in grado di attrarre scienziati e ricercatori da tutto il mondo. Così è in via di sviluppo e una collaborazione interdisciplinare per la realizzazione delle infrastrutture che puntano a promuovere il capitale umano della regione. L’obiettivo è quello inoltre di sviluppare un pool di scienziati altamente qualificati, ingegneri, manager e tecnici in grado di accelerare lo sviluppo di tecnologia sostenibile e delle diverse imprese nella regione e nel mondo.

Il Masdar Institute è un fitto complesso di edifici situato nella parte centro-orientale dell’area di 2,6 chilometri quadrati dove entro dieci anni dovrebbe sorgere l’intera città. Si tratta di una piazza attorno alla quale gli edifici si stringono per impedire all’impietoso sole di surriscaldarne le pareti. Gli angusti spazi tra gli edifici servono inoltre a favorire la ventilazione delle strade, a cui contribuisce anche la wind towerposta al centro della piazza, una struttura conica che sfrutta le correnti d’aria che sorvolano gli edifici per ventilare gli ambienti cittadini. Le pareti dell’edificio residenziale inoltre sono ricoperte da pannelli ondulati simili a terracotta che servono a schermare l’edificio dal sole lasciando passare la brezza.

Per ottenere temperature accettabili all’interno degli edifici senza riempire questi di dispendiosi condizionatori, l’architetto a capo del progetto, Norman Foster, ha voluto studiare le architetture delle civiltà che nei secoli si sono avvicendate nel Golfo Persico, per capire come costruire una città vivibile in un deserto rovente senza produrre emissioni letali. Naturalmente la chiave di tutto ciò non consiste solo in un’architettura ragionata e in materiali innovativi.

Per quanto riguarda il fabbisogno di acqua della città, questa sarà pescata dal mare e messa a disposizione dopo essere stata desalinizzata, trattata e filtrata. In Masdar City l’80% di acqua sarà riciclata attraverso sistemi sotterranei di raccolta.
Il fabbisogno energetico di Masdar sarà garantito per intero da fonti rinnovabili come l’energia termica solare ed eolica.

La città avrà bisogno di energia elettrica e il 90% di questa arriva da una centrale fotovoltaica ampia 21 ettari, costruita appena fuori il perimetro di Masdar City.

I rifiuti verranno convertiti in energia e le emissioni prodotte saranno compensate. L’intero progetto di Masdar costerà $ 22 miliardi.. Il progetto Masdar è finanziato dalla Abu Dhabi Future Energy Company, una società di proprietà di Mubadala Development Company. In un accordo firmato di recente, il suo primo inquilino aziendale è General Electric Ecomagination Center. Le strade saranno progettate in modo da favorire gli spostamenti a piedi e in bicicletta, gli ascensori nascosti alla vista per incoraggiare l’uso delle scale, le auto saranno segregate sottoterra, saranno elettriche e si muoveranno lungo una rete definita di binari (i primi test sono già stati effettuati). E chi arriva in macchina da Abu-Dhabi? Rimane fuori. Masdar city sarà infatti protetta da vere e proprie mura che impediranno l’accesso di qualsiasi oggetto inquinante (esseri umani esclusi).

Le ripartizioni delle funzioni all’interno della città sono state così previste:
Superficie destinata a residenze: 30%
Attività economiche speciali: 24%
Commerciale: 13%
Servizio e trasporti: 9%
Spazi per la cultura: 8%
Università: 6%

Nonostante il primo coraggioso mattone sia stato posato, nonostante il cuore scientifico della futura città stia già cominciando a battere, Masdar City non sarà pienamente operativa prima del 2020. E nel frattempo a pochi km di distanza Abu Dhabi continuerà la sua solita vita come se nulla fosse invidiando però la bellezza e soprattutto la salute del vicino.