Si chiama Tianhe-1A, vanta una potenza di elaborazione di calcolo pari a 2.5 petaflop e si prepara a ricevere l’attestato come sistema più potente al mondo. Tianhe-1A occupa un’intera stanzona al Supercomputing Center di Tianjin in cina e grazie ai suoi “muscoli ipertrofici” alza sulla panca qualcosa come 2.507 petaflop, tanto è stato calcolato al benchmark LINPACK.
Tianhe-1A è composto da 7.168 schede grafiche Nvidia Tesla M2050 con GPU Fermi (448 stream processor), governato da 14.336 CPU Intel Xeon per262TeraByte di memoria e archiviazione 2 petabyte sostenuti e organizzati dal file system open source Lustre.
Il sistema operativo utilizzato è Linux che è stato preferito a Microsoft Windows HPC. Quello che non è stato ancora rivelato riguarda la parte più interessante di tutta la struttura, ossia il sistema di interconnessione tra i vari nodi, che è stato definiti semplicemente come“proprietario”. Per interconnettere quest’infinità di componenti e reggere la potenza è stata creata una rete proprietaria apposita. L’importanza di questi supercalcolatori è presto spiegata: la loro potenza infatti è in grado di risolvere problemi fondamentali per interessi nazionali in settori quali la difesa, l’energia, la finanza e la scienza; si tratta quindi di macchine necessarie a concorrere al progresso e allo sviluppo di interi Paesi, capaci anche di misurarne dunque il grado di avanguardia e di stabilirne le basi per il futuro economico. Intanto supercomputer potrebbero emulare la mente umana nel 2030, per ora si accontentano di emulare quella di un gatto.