Tra gli autori della scoperta c’è anche un italiano, Fabio La Mantia. Sono l’ultima frontiera dei sistemi di stoccaggio dell’energia con potenziali applicazioni nei settori dell’elettronica, dello smart ‘packaging’ e dei sistemi RFID (o Radio Frequency IDentification o Identificazione a radio frequenza), la tecnologia per la identificazione automatica di oggetti, animali o persone.
Una soluzione in questo senso è quella descritta sulla rivista di nanotecnologie ACS Nano e realizzata da un team di ricercatori della californiana Stanford University.
Una batteria ultrasottile ricaricabile agli ioni di litio. In sostanza, un piccolo foglio di carta destinato a rivoluzionare le dimensioni e l’autonomia di tutti i dispositivi per la mobilità: gli scienziati hanno disposto un sottile strato di nanotubi di carbonio, disposto su un supporto solido, sopra una pellicola metallica contenente litio.
La pellicola a doppio strato è stata poi applicata sui due lati di un foglio di carta. Gli strati di litio funzionano come elettrodi della batteria e la pellicola di nanotubi agisce da collettore di energia. La carta separa gli elettrodi e assume, dunque, la duplice funzione di ‘membrana’ e di supporto meccanico.
Sono state così ottenute nuove batterie, sottili e flessibili: lo strato di nanotubi funge da collettore di corrente elettrica sia dall’anodo sia dal catodo a bassa resistenza, basso peso e grande flessibilità. Dopo l’assemblaggio, la batteria, nonostante lo spessore pari a circa 300 um (micrometri), mostra una grande flessibilità meccanica e un’alta densità di energia, pari a circa 108 mWh per grammo.
Inoltre, le prestazioni della batteria non si degradano, come ha dimostrato un test di trecento cicli di ricarica eseguito in normali condizioni ambientali.
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